Uno dei doveri di un gestore pubblico è quello di provvedere all’adeguamento sismico delle proprie infrastrutture.
In questi ultimi decenni si è assistito ad una evoluzione legislativa in materia di norme antisismiche che ha portato ad elevare sempre più il livello di sicurezza degli immobili, affinando i criteri di progettazione e l’analisi di rischio da cui origina la zonizzazione del territorio nazionale, che a sua volta definisce il grado di prestazione antisismica ammessa nella realizzazione o ristrutturazione degli edifici.
L’analisi della condizione di rischio si complica ulteriormente nel momento in cui si valuta la sicurezza di un manufatto facente parte di un’infrastruttura finalizzata all’erogazione di un servizio pubblico di primaria importanza, quale quello idropotabile.
In questo caso ad un concetto di messa in sicurezza dei manufatti, nel senso che l’evento sismico non debba determinare una condizione di pericolo alla pubblica incolumità nell’area circostante all’immobile, si deve abbinare un concetto di sopravvivenza all’evento delle funzionalità idrauliche finalizzate all’erogazione del servizio idropotabile. Questo secondo obiettivo impone un livello di risposta antisismica di molto superiore al primo, imponendo interventi di adeguamento molto più impegnativi ed onerosi.
In sintesi si parla di valutare la “strategicità” di un manufatto in relazione alla sua insostituibilità nel garantire la continuità di erogazione del servizio, in modo da graduare il livello di sicurezza da perseguire nell’eventuale intervento di consolidamento, ottimizzando il livello di risorse economiche necessarie.
In base a queste logiche CADF a avviato un programma pluriennale di interventi, attualmente finanziato per il quinquennio 2019-2023 con 3.500.000 euro, che focalizza l’attenzione su quelle strutture impiantistiche che anche solo intuitivamente, per la loro geometria e la loro funzione, si palesano come le più sensibili: le torri piezometriche.
Da un punto di vista funzionale occorre tener presente che non necessariamente esse sono indispensabili per l’erogazione del servizio: il più delle volte, secondo un’analisi da attuare di caso in caso, sono sostituibili da stazioni di pompaggio realizzate secondo le moderne tecnologie a controllo elettronico del regime idraulico, che ne può simulare la presenza. Devono essere considerate insostituibili (ovvero “strategiche”) solo quando, in relazione alla morfologia della rete distributiva allacciata, non è possibile simularne la presenza in altro modo o quando la loro disconnessione idraulica è più onerosa dell’adeguamento antisismico.
Dall’analisi della morfologia della rete distributiva, attuata con il supporto della modellazione numerica, abbiamo valutato che solo tre delle nostre torri piezometriche sono strategiche: la torre della centrale di potabilizzazione di Ro Ferrarese, quella di Bivio Collinara nei pressi di Porto Garibaldi (visibile dalla SS. Romea all’altezza del centro commerciale Bennet) e quella nel centro abitato di Ariano Ferrarese. Per queste sono state avviate subito le progettazioni per il loro adeguamento.
Per tutte le altre sono in corso a vario stadio di avanzamento le “valutazioni di vulnerabilità”, che devono dare la misura dell’entità dei lavori di adeguamento antisismico eventualmente necessari per valutare in termini costi/benefici l’opportunità o meno di scegliere una delle due possibili soluzioni per rientrare in una conformità normativa: il consolidamento antisismico o l’abbattimento.
Per quanto riguarda le tre torri piezometriche strategiche (Ro, Ariano e Porto Garibaldi), le attività di adeguamento sono in pieno svolgimento: per la torre di Ro, nonostante i ritardi provocati dall’emergenza sanitaria, i lavori sono stati completati. Per la torre di Porto Garibaldi sono già stati appaltati ed inizieranno tra pochi giorni, mentre per la torre di Ariano la progettazione esecutiva è quasi ultimata e a breve verrà indetta la gara d’appalto.
Per le ultime due torri si pensa quindi di poter aprire il cantiere all’inizio del prossimo anno.
Le tecnologie che vengono impiegate in questi casi si basano sull’impiego di rivestimenti in fibra di carbonio e sull’installazione di elementi strutturali di rinforzo in acciaio.
I costi di intervento a consuntivo e/o previsti sono:
- torre di Ro Ferrarese: € 95.000
- torre di Porto Garibaldi: € 225.000
- torre di Ariano Ferrarese: € 660.000
Il motivo del maggior costo della torre di Ariano è dovuto al fatto che essa, al contrario delle altre, assolve anche una funzione di accumulo idrico in quota e quindi le sue strutture portanti sono molto più rilevanti e complesse.